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Trento, 28 ottobre 2009 (…) Non ha dubbi sulla bontà dell’iniziativa l’urbanista Fulvio Forrer: «Io credo che il patrimonio edilizio trentino sia mediamente di bassa qualità – afferma - Questo significa che è stato realizzato prevalentemente in un’ottica di investimento economico, che poco o nulla guardava alla qualità del prodotto. Per questo l’intento di Gilmozzi è tutt’altro che sbagliato, perché va incontro sia a questioni di natura energetica, che agli interessi economici. Ed è un’ottima cosa stabilire che il valore minimo è la casa clima tipo B per la qualità energetica, perché è un obiettivo raggiungibile, non fantasia ». Forrer è invece più cauto sulla decisione di Gilmozzi di dare tempi di risposta certi per le pratiche edilizie. «Mi sembra un ragionamento molto delicato. La vera risposta è mettere i Comuni nelle condizioni di operare con risorse adeguate; invece la scelta dell’ente pubblico mi pare sia quella di rendere le strutture sempre più esili». Decisamente critico sulla proposta, invece, l’urbanista ed ex consigliere regionale Sandro Boato, che sulla necessità di velocizzare i tempi - come il collega - mette in guardia: «Attenti a non favorire l’abuso e l’illegalità ». Rispetto agli incentivi per la «rottamazione» è netto: «Mi pare un anticipo di promessa un po’ pericoloso. Ricordo che la manovra anticrisi da 81 milioni di euro ha già in parte favorito chi non avrebbe avuto necessità di beneficiare di questo contributo, tagliando fuori una fetta della popolazione. Prima occorre avere un quadro aggiornato dello stato urbanistico edilizio e della domanda sociale». Secondo Boato, infatti, non vi è la necessità di grandi espansioni per rispondere ai bisogni della popolazione. Per questo, anche interventi più contenuti della demolizione, osserva, potrebbero essere sufficienti. (…) |
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